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TEMPO DI ZUCCA

La ZUCCA è quel tipo di ortaggio che, da bambini, incuriosisce per i suoi colori vivi e la sua dimensione… grandiosa, tanto da farne una Carrozza nella fiaba di Cenerentola. Ma farla gustare ai piccoli è compito arduo. La si comincia ad apprezzare – parlo a titolo personale- quando la si abbina a un buon formaggio erborinato che stempera quel suo sapore dolciastro –ad esempio in un risotto- , oppure nei passati di verdura con altri ortaggi e qualche erbetta profumata, in uno strudel salato con il sapore a contrasto del radicchio, in qualche fingerfood, nei mini muffin …

Usarla spesso sarebbe buona cosa, poiché è senza dubbio una eccellente alleata della nostra alimentazione:  è ipocalorica, ricca di fibre, Sali minerali e vitamine come il betacarotene, così utile nel contrasto all’invecchiamento cellulare. Apporta davvero benefici importanti nelle diete per diabetici, in quelle a basso contenuto calorico –per la riduzione di colesterolo e trigliceridi- ed il suo consumo favorisce il corretto funzionamento del transito intestinale.

E’ questa la sua stagione, il momento più adatto per gustarla  in varie ricette dolci o salate, saporite e sfiziose:    non resta che provarle !!

Mini Muffin alla zucca e taleggio

Crespelle alla zucca e Gorgonzola

Gnocchi di zucca e patate

Orzotto con zucca e i suoi fiori

Crema di zucca e piselli

Riso venere integrale con crema di zucca e verdure

Crema di zucca e timballino di ricotta

Tartellette di grano cotto, zucca, fiocchi d’avena e Parmigiano

Mini Cupcake per Halloween

PAESAGGI PALLADIANI

Avevamo visitato Vicenza un po’ di sfuggita, in una freddissima giornata di dicembre 2016, diretti verso le Alpi Bellunesi: la temperatura rigida e il forte vento ci avevano costretti a una fuga veloce, ripromettendoci di tornare. E così è stato di recente, ospiti in un Agriturismo nella prima campagna vicentina, ideale punto di partenza per una lunga passeggiata a piedi verso La Rotonda, celeberrima architettura Palladiana, per poi proseguire sempre a piedi, attraverso un sentiero acciottolato, alla volta della straordinaria Villa Valmarana ai Nani, superbamente affrescata dai Tiepolo –padre e figlio- e ricolma di fotografie, porcellane, arredi, libri della famiglia che ancora la gestisce. Il piacevole tepore della giornata e la voglia di visionare la città di Vicenza e i territori limitrofi dall’alto ci hanno incoraggiati a salire verso il Santuario del Monte Berico, lungo un camminamento coperto cadenzato da arcate che ritmano il passo di pellegrini o semplici visitatori come noi, in una alternanza di chiaroscuro; giunti alla cima il panorama è davvero meritevole di una sosta! Della città di Vicenza si  distinguono immediatamente la copertura in lastre di rame della Basilica Palladiana, l’alta Torre dei Bissari e un armoniosa tavolozza dai colori tenui che uniforma e caratterizza gli edifici del centro storico vicentino, divenuto patrimonio UNESCO dal 1994.

Girovagando per le vie cittadine i palazzi degni di nota sono molti: Palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca Civica, nel cui sottotetto è esposta la personale Raccolta di dipinti, incisioni, libri e  disegni del marchese Giuseppe Roi, in una atmosfera calda e accogliente, con illuminazione di abat jour in tessuto e soffitti spioventi in legno chiaro; Palazzo Leoni Montanari sede delle Gallerie d’Italia, dall’esuberante apparato decorativo Barocco in stucco, che attualmente ospita al piano terreno una interessante mostra di Grisha Bruskin “Icone sovietiche. Lo sguardo di un grande artista sull’impero sovietico” offrendo spunti di paragone con la preziosa  Collezione di Icone russe  e Menologi  ospitata ai piani superiori.

L’architetto per eccellenza della città di Vicenza, padovano di nascita ma vicentino d’adozione, Andrea Palladio, ha una suo spazio museale dedicato nel Palazzo Barbaran da Porto, in cui gli ambienti del Palladio Museum sono allestiti da riproduzioni lignee in scala delle più importanti architetture del grande Maestro, e da video e filmati che, attraverso studiosi, raccontano l’influenza dell’architettura palladiana nel mondo, in particolare negli U.S.A. Ultima tappa del nostro girovagare il Museo Diocesano, la Cattedrale cittadina ed il prezioso Santuario di santa Corona, con mirabile coro ligneo e la Cappella Garzadori con il  dipinto di Giovanni Bellini “Battesimo di Cristo” dei primi del 1500.

Allontanandosi dalla città alla ricerca di luoghi interessanti da conoscere, abbiamo visitato l’Abbazia di Praglia, a Teolo, un imponente complesso monastico con quattro chiostri, in cui i monaci che ancora vi risiedono producono una infinità di unguenti, tisane, saponi, liquori… avvalendosi delle erbe officinali coltivate in loco. La zona dei Colli Euganei è prossima alla città di Padova, vivacissimo centro culturale e artistico, da noi raggiunta al momento del passeggio serale nel sabato di Carnevale: un brulicare di suoni, risa, animate dai mercati coperti e dai banchi degli ambulanti, sprezzanti di colori e di profumi. Il Palazzo della Ragione si erge maestoso tra le due piazze, con la sua elegante architettura e il “Salone” al piano superiore, considerato la Sala pensile più grande al mondo.

 

Quanta Bellezza in ciascuno dei luoghi visitati, e quanta ancora da scovare, da ammirare. Alcuni capolavori sono custoditi in edifici privati da famiglie che consentono al pubblico una parziale visita dei luoghi. E’ il caso di Villa Barbaro a Maser, nel trevisano, rilucente in un pomeriggio assolato, con la sua monumentale presenza architettonica, le due barchesse i suoi interni preziosi, decorati con un ciclo di affreschi di Paolo Veronese. L’arte è capace di trasmettere una testimonianza autentica del pensiero e della grandiosa maestria del nostro genio italico, la nostra unicità, il nostro buon gusto e raffinatezza, il nostro saper amare e creare il BELLO.

BRESCIA, una scoperta

Ho raggiunto Brescia in treno, in un soleggiato mercoledì di metà luglio. Dalla stazione ho percorso un breve tragitto e mi sono “calata” nella metropolitana: moderna, automatica, poco affollata. Una sola fermata e sono “riemersa” in Piazza Vittoria, abbagliante nel suo chiarore, asettica nelle sue geometrie obbedienti ai canoni di un’architettura rigorosa quale quella del Ventennio. E’ da poco passato mezzogiorno e il via-vai si dirada, lasciandomi girovagare in una città quasi deserta, alla ricerca delle opere di Mimmo Paladino  – Ouverture dislocate in vari siti “aperti” e chiusi. Ammetto di non conoscere molto bene l’artista, ma ognuna delle installazioni scovate ha suscitato in me un riscontro positivo ed ho davvero apprezzato  la coerenza stilistica della dislocazione di molte sculture in contesti inaspettati ma assolutamente appropriati alla originalità delle opere proposte.

Per giungere al Museo di Santa Giulia, meta del mio pomeriggio bresciano, passeggio per le vie del centro, zizzagando in un percorso che mi porta a scoprire scorci suggestivi con antiche case in mattone e piazzette, qualche bottega e poco più.  … e “il più”, anzi, il “DI PIU'”  si scopre giungendo al sito di Santa Giulia, complesso monastico Benedettino dal  fascino incontrastato, che avvolge, stupisce e accompagna tutto il percorso museale, in ambienti spettacolari, in cui l’arte in tutte le sue forme ed epoche trova mirabile ambientazione,  dai settori archeologici alle Domus dell’Ortaglia, alla Chiesa di Santa Maria in Solario alla Basilica di San Salvatore … fino alla Pinacoteca Martinengo. Senza esagerare è uno dei luoghi d’arte che merita essere visitato per la sua ricchezza artistica in ambientazioni curate e preziose.

Non paga di tanto splendore, anzi, inorgoglita dall’aver potuto ammirare e constatare una volta in più la straordinaria ricchezza di cui l’Italia è custode, sono salita al Monastero dei Missionari Saveriani, gioiello di pittura parietale, con una delicatissima  Ultima Cena del Romanino conservata in un semplicissimo refettorio. Un passaggio in Duomo, o maglio, nei due Duomo di Brescia, attigui nella medesima Piazza Paolo VI, e poi il ritorno a casa, arricchita da tanta Bellezza.

VISIONI dell’ULTIMA CENA

Il Cenacolo vinciano, capolavoro della pittura leonardesca, una delle attrazioni artistiche  italiane più note, dipinto verso la fine del Quattrocento nel Refettorio della Chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie a Milano. Per ammirarne la straordinaria bellezza, il sofisticato e delicatissimo cromatismo a tutt’oggi “vivo” grazie ad eccellenti restauri, i visitatori devono prenotare la propria visita con anticipo, e ammirarne stupefatti lo splendore per quel breve lasso di tempo concesso ad ogni singolo gruppo convenuto. Vidi molti anni fa questo celebrato dipinto parietale, in occasione di una gita scolastica, e come spesso accade agli adolescenti in visita, non conservo un ricordo preciso dell’emozione provata. Eppure sono state diverse, negli anni, le occasioni per  ammirare e riconoscere il capolavoro di Leonardo in diverse dislocazioni e con differenti declinazioni e interpretazioni. Questo tema sacro e simbolico dell’Ultima Cena,  The Last Supper col quale tanti artisti si sono confrontati, narra della cena che Gesù fece in compagnia dei suoi Apostoli ai quali affidò il compito di commemorare “il corpo e il sangue” con il pane ed il vino, consapevole che quella sarebbe stata la sua ultima cena con loro. Nella stessa occasione viene palesata l’ amara constatazione che tra gli amici vi è qualcuno pronto a tradire. E su questo  aspetto del tradimento, del piacere del cibo e del vino, gli spunti per reinterpretare il tema dell’Ultima Cena sono stati colti da grandi artisti, nel passato come nel presente.

Ho dedicato qualche ora alla ricerca, tra i vari scatti archiviati nel pc, di Ultima Cena visionata in occasioni di visite a città o musei, sorprendendomi per le numerose riproduzioni –o reinterpretazioni riscontrate. Spesso inaspettatamente sorpresa da energici impatti emotivi suscitati dalla visione di queste opere, così come dalla semplice e magistrale riproposizione della classica iconografia dell’originale dipinto. Eccone il mio personale excursus.

Leonardo da Vinci, 1494-97 Ultima Cena , Milano, Chiesa Santa Maria delle Grazie

Romanino, Ultima cena , Refettorio Missionari Saveriani, Brescia

Installazione temporanea. Ultima Cena – Chiostro San Zeno, Verona

Mosaico del Raffaelli, 1817 – Ultima Cena , Chiesa dei Minoriti, Vienna

Arts&Foods per Expo 2015 – A.Worhol The Last Supper Triennale Milano

 

Roberto Altmann, Ultima cena, Museo Sant’Agostino Genova, Mostra temporanea

MILANO, la mia città

 

Si dice spesso che i soldi spesi meglio siano quelli utilizzati per VIAGGIARE: concordo.

La possibilità di conoscere, non solo attraverso testi e video (al giorno d’oggi meravigliosamente realizzati tanto da “farci sentire quasi fisicamente là”), ma soprattutto trovandoci fisicamente a vivere l’esperienza del VIAGGIO, della VISIONE, della PERCEZIONE dei luoghi, formano e accrescono la nostra sensibilità, il piacere di conoscere e confrontarci. Qualunque viaggio si affronti, la predisposizione al voler TROVARSI nel luogo, assorbendone luci, colori, profumi, musica, dinamismi, eccentricità … è, a mio parare, la ricchezza vera dell’esperienza di viaggio. Da quando salgo sul treno, e mi scopro ad osservare la molteplicità delle persone, ognuno con il proprio bagaglio di vita in parte riflesso nei volti, nei movimenti, negli abiti, comincia per me una scoperta ogni giorno creativa, stimolante. La grande città -e Milano per l’Italia lo è davvero- attrae per la molteplicità di vite che vi trascorrono ogni giorno parte della propria esistenza. Città cosmopolita di cui ho piacere entusiasmarmi per la sola visione estetica, i suoi  spazi, i volumi, i rumori, la frenesia che la identificano, trascurandone i difetti, che lascio volentieri analizzare a chi, su questo, fa dibattito sociologico e politico.

Milano è per me BELLA!! Vi trovi Gallerie d’Arte a cielo aperto -la Street Art dei graffitari- e importanti raccolte di Pittura d’Accademia; rimani stordito dal rincorrersi di clacsons e sirene nel Corso trafficato e rifai pace con te stesso nelle viette  tranquille animate dal  solo echeggiare dei suoni domestici del palazzo di rimpetto; ti puoi imbattere in  comitive di giapponesi ordinatamente variopinte, o in  sparuti crocchi di anziani sulle panchine dei giardini o ad osservare i “lavori in corso” per l’ennesimo scavo della metropolitana; puoi incrociare eleganti signore con il cagnolino al seguito o sfreccianti skateboardisti estraniati nella propria musica in cuffia; ritrovare, rinnovata ma perenne, la gigantografia di Armani in via Broletto; distinguere quell’occhio di bottega quasi nascosto tra ristoranti etnici e centri estetici … Milano ha una sua architettura elegante e borghese, Palazzi nobiliari con incantevoli cortili “protetti” da ombrosi androni, e vibrante dinamismo e gioco di specchi e volumi nello skyline di Piazza Gae Aulenti e di City Life. La Bocconi, La Rinascente, il Quadrilatero della moda, i fasti di EXPO 2015, i personaggi del gossip, le inchieste giudiziarie  … Milano fa parlare di sé in molti modi

Business e Artigianalità, il Conservatorio e il Blue Note, La Scala ed i teatri d’avanguardia, la Gastronomia meneghina e il Fashion Food, la vertigine architettonica della Torre Unicredit e le Cà de Ringhera sul Naviglio …. Culle d’incanto come  San Maurizio o la Casa Museo Boschi – Di Stefano e Bagatti – Valsecchi, perle di eccellenza culinaria da Cracco a Marchesi.  Chiostri meditativi e Parchi cittadini … La settimana della Moda, del Dsign, del Libro, Piano City, Taste of Milan, il Salone del Mobile …  Un privilegio vivere Milano.

 

PER UN BEL BUFFET

Alcuni spunti per allestire un Bel Buffet da offrire ai nostri ospiti. Sfizi salati in monoporzione, ciotoline o bicchierini, Sfogliatine e Quiches con verdure, formaggi, pesce e salumi;  Vassoi di piccole sfiziosità, Torte salate tiepide e fredde, ricche Insalate di pasta o di riso, orzo e farro, con tante verdurine … e poi i dolci, squisitamente belli da vedere e da mangiare. A voi la scelta!!

Bicchierino con crema di Topinambur e spiedino di melanzane, tonno e fiocchi d’avena

Spiedino vegetariano con verdurine aromatiche al vapore

Tartellette con Grano cotto, zucca e avena

Bicchierino alla crema tiepida di lenticchie e pesto di rucola

Tortino di Brisée con Radicchio e Gorgonzola; Zucchine e Scamorza; Bacon, patate e Taleggio …

Mini Muffin alla Zucca e Taleggio

 

Tartelletta con Mousse di cannellini e Gambero al Cognac

Cubotti di Frittata al riso e piselli, Medaglioni al Branzino con germogli di porro

Mini Panzanella con mela, cipollotto, cannellini e Mousse di ricotta

Tartine con Panna cotta al Guacamole e Prosciutto Crudo

Bruschette con Pomodori, basilico e rucola, Bruschetta con patate, cipolle di Tropea e olive Taggiasche

Cheesecake con ricotta, erbette e pomodorini

Mini Cheesecake con orzo, mousse di formaggio e melanzane all’origano

Insalata estiva con Rucola, pomodorini, Gamberi, ceci e Surimi

Cheesecake salata con piselli, prosciutto, pomodorini e Rucola

Tarte Tatin con Indivia Berla, Cipollotto di Tropea e timo

Cestini di pasta Fillo, zucchine e ricotta alla erbe

Sformatini di patate speziata e salmone

Patè di fegatini di pollo al Marsala

Crema di Topinambur con polipetti e vongole in guazzetto

VERONA, per gli innamorati del bello

Sono davvero tante, oserei dire quasi tutte, le città italiane che attraggono la mia curiosità, desiderosa di  conoscerle dal vivo, attraverso i loro luoghi simbolo e quelli più discreti, altrettanto suggestivi. Tre giorni veronesi, a spasso per il centro brulicante di turisti, assiepati ai tanti tavolini dei caffè e ristoranti di Piazza Bra, grandiosa ed evocativa, oppure nella vie del centro -per me, milanese, quasi “ristrette”- animate dallo shopping, che conducono alla elegantissima Piazza delle Erbe, in cui i Palazzi storici mantengono alla città un fascino d’antan.

Percorrere Verona a piedi è piacevolissimo, passando dai cortili di Palazzo del Mercato Vecchio, in cui ha sede il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti (visitato per ammirare una delle opere di Fattori che più, a mio avviso, lo rappresenta: Grandi Manovre), fino a giungere a Piazza Sant’Anastasia, in cui la omonima Chiesa gotica ha preziosi interni. Quello che a me ha stupito delle chiese veronesi sono i soffitti: quello di San’Anastasia ha una luminosità e gioiosità data dal particolare decoro delle volte e costoloni, mentre quello della Chiesa di San Fermo Maggiore, nei pressi del Ponte delle Navi sul fiume Adige, produce un tale stupore nell’osservarlo, dovuto al suo articolarsi in lavorazioni lignee artigianali per realizzare la forma a  carena rovesciata che sbalordisce per la dovizia di lavorazione.

Oltrepassato il fiume, addentrandosi nelle vie meno trafficate, si giunge ad un gioiello botanico: il Giardino Giusti, con la perfetta dimostrazione di Art Topiaria nel  disegno del  labirinto ortogonale e nelle siepi di bosso elegantemente forgiate. Un incalzante filare di cipressi conduce alla Grotta del mascherone.

Dall’alto la vista della città è una vera cartolina: il Museo Archeologico al Teatro Romano gode di questa peculiarità, con la possibilità di ammirare reperti antichi in una cornice davvero suggestiva, l’ex convento quattrocentesco dei Gesuati, appena sopra il Teatro Romano.

Merita una visita il possente  Museo di Castelvecchio, tristemente noto per il furto di alcune importanti opere poi recuperate, il cui allestimento a vari livelli, ed una piacevole camminata selle mura merlate, rendono ancora più piacevole il percorso espositivo.  Seguendo la Regaste San Zeno, una passeggiata lungo il fiume con rigogliosi cespugli di rose a profumare il percorso, si giunge alla Basilica di San Zeno, capolavoro di architettura romanica che lascia estasiati per la sua imponenza e sacralità.

SERATA DI FESTA

Contribuire a dare un tocco di luce e charme ad una cena organizzata per una ricorrenza importante: luci calde e tante candele, pigne e cortecce, cuoricini di stoffa, sfere di cristallo, fili di piccole perle … l’atmosfera è perfetta, che la festa abbia inizio!!  Una tavola preziosa, con calici in cristallo, ceramiche bianche e tovagliato in lino, ognuno, al proprio posto, si sente protagonista dell’evento. Vassoi, alzatine, coppe, taglieri … un buffet di sapori, in cui il Gambero al Cognac in crema di Cannellini, la Quiche ai porri e zucca con Castelmagno, i Crostini di panettone con burro di avocado e Crudo di Parma … diventano momenti per assaporare il gusto di una cucina genuina e creativa. Un ricordo da condividere con amici e parenti. Per organizzare al meglio la tua festa, contatta per informazioni   info@cuocainbrianza.com

TUTTI A TAVOLA !!

Che si tratti di un Pranzo di lavoro, allestito per l’occasione in Ufficio, o di una cena tra amici per festeggiare un compleanno, il piacere di trasformare qualsiasi evento in una occasione “speciale”, da vivere e far vivere ai propri ospiti in piena armonia, è una soddisfazione che non ha prezzo.

… E quando gli amici sono TANTI, una bella tavolata da nove metri accoglie risate, racconti, brindisi e momenti di sincera amicizia, da conservare preziosi.

BISCOTTI IN BARATTOLO

Penso sia una delle sensazioni più piacevoli quella dello svegliarsi la mattina e scendere in una cucina fresca e già luminosa; prepararsi un buon caffè e gustarselo accompagnato da fragranti frollini al farro, al cacao, all’avena … sfornati la sera prima e conservati in barattolo, pronti ad essere assaporati insieme ad una tazzina fumante di caffè. Nella bella stagione mi siedo all’aperto, all’ombra di un fitto glicine, e mi soffermo ad osservare il rincorrersi delle lucertoline sul muro in pietra, tempestato di ciuffetti di felce che incorniciano i rigogliosi Pon Pon rosa delle ortensie. Con l’arrivo dei primi freddi il desiderio di calore casalingo mi porta a gustarmi il caffè accomodata sul divano, ahimè molto raramente,  molto più spesso, già di prima mattina  davanti al mio pc, a consultare posta, social, blog …, ma la compagnia è la medesima e immancabile: delicati frollini casalinghi, che intingo rigorosamente doppi, accoppiati di schiena, nella mia tazza di caffè.

La colazione è un inizio giornata importante, un momento in cui davvero possiamo gettare le basi per una giornata quanto meno all’insegna del buon umore. Il poco tempo a disposizione ci preclude il piacere di sapori dolci e salati, frutta e yogurt che tanto farebbero felice il nostro organismo; riservare qualche attenzione, anche solo saltuariamente, alla preparazione di cibi genuini con prodotti di elevata qualità deve diventare un “must” per tanti, non solo chi, come me, vive gran parte della giornata ai fornelli, provando e riprovando ricette. Ho pensato di confezionare “ad hoc” i Biscotti in Barattolo, ampi vasi in vetro, sterilizzati, contenenti tutti gli ingredienti per fare in casa deliziosi dolcetti, ed in cui riporli – se mai dovessero avanzare- per conservarli friabili a lungo. Sono certa che a tanti piacerà mettersi alla prova e sperimentare  il piacere di preparare in casa dei buoni biscotti con soli ingredienti biologici e selezionati. I Biscotti in Barattolo sono pronti all’uso, occorre solo aprire il vaso, versarne il contenuto in una ciotola, aggiungere –come indicato in ogni singola ricetta allegata- ingredienti freschi quali  burro, olio, latte o uova, aspettare che il forno sia caldo e infornare. Il diffondersi dell’inconfondibile profumo di zucchero caramellato e aroma di vaniglia sarà il primo segnale che i nostri biscotti sono da sfornare, lasciare raffreddare e … troppo buoni per durare!

Tra le confezioni proposte, in barattoli in vetro trasparente da litro, i preferiti in famiglia sono i COUNTRY COOKIES, con fiocchi d’avena biologici, nocciole piemontesi IGP e gocce di cioccolato; più dietetici i BISCOTTI AL FARRO E FRUTTA, con farina di farro biologica, zucchero di canna, fiocchi d’avena biologici, mandorle, prugne secche o datteri. Un classico i BROWNIES con cacao amaro, uva sultanina e tante gocce di cioccolato. Una ricetta che non richiede cottura è quella dei CROCCANTI AL CIOCCOLATO, con fiocchi di frumento integrale e orzo, riso soffiato biologico al naturale, cioccolato fondente e al latte, arachidi tostate. Molte combinazioni, un solo risultato: prodotti genuini e gustosi, per concederci qualche sano peccato di gola. Per qualsiasi informazione o chiarimento mandatemi una e-mail: info@cuocainbrianza.com

CUPCAKE per Halloween

Quando ero piccola le occasioni di noi bambini per mascherarci riguardavano solo il Carnevale; si aggiravano per i mercatini vecchine simili a streghe, le Befane, solo  il giorno dell’Epifania, ma fantasmi, teschi e zucche intagliate non ci avevano ancora “stregati”; a  passeggiare per le strade nei giorni di inizio novembre, di per sé piuttosto grigi, le uniche macchie di colore indicavano la presenza di fiorai con rigogliosi mazzi di crisantemi. Poi mi è capitato di trascorrere in Foresta Nera, Germania, i giorni a cavallo tra ottobre e novembre, e sono rimasta affascinata dal gran numero di zucche e lumini accesi sui davanzali delle case di paese, disposti in delicate composizioni cromatiche. Negli anni anche da noi è diventata consuetudine attorniarci di vampiri, fantasmi, teschi, cappellacci da strega, ragnatele filanti … nella notte del 31 ottobre, la notte di Halloween,  una data che i ragazzi attendono per organizzare feste “orripilanti” , per loro di grande divertimento. Ed il tradizionale “dolcetto o scherzetto” da proporre ai vicini di casa, deve avere un adeguato maquillage. Questi i Cupcake da ma proposti proprio per la Festa di Halloween.

Ingredienti: per 30 cupcake

GR 200 ZUCCHERO SEMOLATO, 4 UOVA GRANDI -utilizzo separatamente tuorli e albumi, GR.300 CAROTE (peso netto del prodotto), GR. 80 MANDORLE DOLCI NON SPELLATE, ML. 120 OLIO DI ARACHIDI, ML 100 SUCCO ARANCIA,  GR.280 FARINA TIPO OO,  GR.12 LIEVITO PER DOLCI, CANNELLA IN POLVERE, SALE

Prepreare i cupcake con le medesime modalità indicate per la Torta di carote già pubblicata, che qui , per comodità ripropongo.

In una planetaria, o in ampia bacinella, monto i tuorli con lo zucchero. Trito le mandorle  con una piccola quantità di zucchero, circa un cucchiaio, che assorbe gli oli della frutta. Grattugio a maglia fine le carote lavate, nettate e spelate. Quando il composto di uova ha preso consistenza, aggiungo a filo l’olio, sempre con le fruste in azione. Unisco poi all’impasto, utilizzando non più la frusta ma una spatola, le carote grattugiate fini e le polveri (farina, lievito e cannella) precedentemente setacciate.

Monto a neve ben ferma gli albumi e li amalgamo all’impasto con molta delicatezza. Verso il composto nei singoli pirottini per muffin, disposti già negli appositi stampi da forno per muffin o cupcake. Inforno a 180°C per 20 minuti circa, verificando la cottura con una stecco che, affondato nel dolce, ne deve uscire appena umido. Lascio intiepidire prima di sformare. Servire fredda, guarnita con pasta di zucchero colorata e forgiata in forma di piccole zucche.

 

PICNIC tra le vigne

Autunno appena cominciato, coi colori ancora caldi e intensi dell’estate alle porte, il clima mite, il piacere di godersi, finchè sarà possibile, la vita all’aria aperta. Giornate più freschine ma piene di luce, in cui passeggiare in città per lo shopping di fine estate, o godersi il profumo del bosco, dal sentore di funghi e ciclamini, qui vicino casa. Sono per me questi i  piccoli lussi di stagione cui non voglio sottrarmi.

Una gradita occasione per gustare uno degli ultimi pic-nic “en plein air”,tra filari di viti ricolmi d’uva pronta alla prossima vendemmia, è stato il Primo Csaba Day, organizzato dalla signora Csaba Dalla Zorza in una tenuta sui colli veronesi. Una giornata diversa, con tante persone, per lo più signore, a condividere la passione per “la cucina di stile”, quella cadenzata da ritmi lenti in antitesi con le velleità da Master chef, quella che profuma di grano macinato a pietra da trasformare in fragrante filone di pane, quella in cui il servizio impeccabile e la “mise en place” hanno rilevanza tanto quanto la qualità dei cibi proposti. Una occasione per constatare dal vivo l’eleganza e il garbo di una donna disponibile e caparbia, chicchissima sia col suo grembiule da cucina che  con il morbido abito scuro fiorato da matinèe, appassionata e convincente nel raccontare a braccio -e non senza qualche spiritoso aneddoto- il percorso di preparazione del suo ultimo lavoro editoriale, una agenda ricca di consigli, qualche ricetta e tante piccole e preziose perle di saggezza dispensate con generosità.

Graditissima l’idea di offrire un cesto da picnic a ciascun partecipante, con panino e focaccia, un’insalata di quinoa con aneto e verdurine, un muffin sofficissimo e un frutto. Vino in degustazione, sia bianco che rosso, prodotto da La collina dei ciliegi, la tenuta ospitante. Immancabile il caffè e, più tardi, una tazza di te, preceduta da un piccolo corso sul tema. Complice anche una giornata calda e ventilata, il piacevole ricordo di questo primo Csaba day è sicuramente il primo appuntamento da segnalare nel libro-agenda  Csaba 5 Seasons. Alla prossima! Grazie Csaba

Lago di TOVEL

Esistono luoghi dotati di tanta bellezza ed armonia capaci di evocare sentimenti solo positivi. Vi regna quiete, luce, candore e freschezza. Devi avere la fortuna di capitarci in giornate limpide, con pochi altri “eletti” che hanno scelto la tua stessa meta per trascorrere ore di vera gioia,.. ma soprattutto si deve avere una predisposizione a godere di quanto la natura nel suo essere tale, vera e imperiosa, sia capace di trasmetterci.

Questa è stata la nostra piccola trasferta, agli inizi di luglio,  nel bacino del Lago di Tovel, raggiungibile da Tuenno, addentrandosi nel Parco naturale Adamello Brenta per una decina di chilometri. Una passeggiata nel bosco, in rumore allegro del ruscello ad accompagnarci in un percorso con sculture lignee che incorniciano “cartoline” paesaggistiche; poi l’arrivo, presso un ponticello, al primo di tanti “sguardi distesi”, lo specchio d’acqua cristallina a pochi metri, gli abeti e la vegetazione tutta ad incorniciare panoramici scorci. Una esperienza che consiglio.

SOCIAL EATING … A CENA DA ME

Avere per casa parenti e amici è un vero piacere ma, senz’altro un impegno: marito e figli con orari e interessi diversi creano un continuo “andirivieni”, e ciò si percepisce nel ” sano ambiente vissuto” che fa della casa un luogo vivo e caloroso, costellato di ricordi. Chi ci viene a trovare può “calarsi” in un clima domestico vero, sfogliare riviste e libri presenti un po’ ovunque, trovandosi a contatto con un ambiente rurale, fatto di travi a vista nei soffitti, pareti in sasso e mattoni, camini e stufe a riscaldare le stanze nei mesi più freddi. E quando la stagione lo consente, ritrovarsi ad ascoltare il rumore della città in lontananza, al riparo da sguardi indiscreti, immersi nel verde della vegetazione. Dico sempre ai miei figli che siamo dei privilegiati: la mia città, Milano, è raggiungibile in poco più di mezz’ora e il suo attuale skyline è ben visibile nelle giornate limpide. Ma  la pacatezza dei rumori, il godersi un cielo stellato nelle notti serene, lo sdraiarsi al sole nella quiete del dopo pranzo .. per me sono piccoli piaceri di cui solo qui possiamo godere.

Il racconto di questo clima piacevole e conviviale che si respira in casa nostra è condivisibile con chi volesse assaporare  la cucina italiana, con piatti della tradizione locale e non, in pranzi e cene  qui insieme a noi.  Non si tratta  di un ristorante -e non vuole esserlo-; organizzo, quando tempo ed ispirazione sono dalla mia parte, appuntamenti di social eating con chi fosse interessato ed incuriosito dal condividere la stessa tavola, chiacchierando di cucina, viaggi, sapori .. gustando insieme cibo genuino preparato in casa per l’occasione.

Un modo diverso di interpretare l’uscire a cena, invitati ad assaporare il gusto del cibo fatto in casa, in compagnia dei padroni di casa o di altri amici. Per conoscere menù ed eventi in programma, contattatemi via e-mail o attraverso la pagina facebook. Vi aspetto