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ESTATE: TEMPO DI DESSERT

E finalmente eccolo qua: il sole, il caldo, il chiarore che ravviva colori e spirito… e tanta voglia di fresca leggerezza. Via libera al dessert: cremoso, delicato, gustosissimo!

 

PRIMI BUFFET ALL’APERTO

Gran vento ieri sera, sibilavano le finestre e i rami ormai punteggiati di verde nuovo ondeggiavano fragorosi. Oggi giornata di luce e calore, preannuncio della stagione da vivere all’aperto.

Un bel buffet in terrazza ha riscaldato animi e palati golosi.

IL PRIMO PIATTO

Nell’epoca del fast food, dello slow food, dello street-food, delle gare di cucina in Tv e delle rubriche culinarie onnipresenti in trasmissioni televisive o su carta stampata, il cibo è davvero un protagonista assoluto, venerato e temuto al tempo stesso, per la sua indubbia capacità attrattiva e il suo essere responsabile del farci cadere in tentazione. Ma, lontano da riflessioni  su fenomenologie sociali e cambiamenti culturali, a me il cibo continua ad attrarre per la sua squisita normalità, il suo essere elemento indispensabile e costante del nostro quotidiano vivere, il suo mantenerci appassionati alla cultura, tutta italiana, del piacere conviviale. E mi piace la figura della donna ai fornelli, capace più che mai, data la vastità di video e rubriche sull’argomento cibo, di divertirsi a copiare e personalizzare ricette di tradizione o avveniristiche elaborazioni di ingredienti e cotture, mantenendo pur sempre, dato il suo innato buon senso, l’attenzione alla soddisfazione dell’appetito della famiglia.

Una cuoca che propone la cucina casalinga, con prodotti di stagione, spesso di recupero e quindi assolutamente creativa.

Prendendo spunto da una gradita richiesta fattami da una amica, ho immaginato di elaborare un breve ricettario riguardante, come primo argomento,  SALSE & SUGHI per Primi Piatti.

Delle tantissime proposte, che si distinguono e differenziano per stagionalità, sapori, colori, economicità, velocità, ingredientistica …, ragionare su quali preferire ad altre è davvero improbo.  Il criterio che ho adottato per stilare un breve sommario, si basa su alcune scelte riguardanti:

Preparazioni senza cottura:  diversi tipi di creme, tapenade, pesto … che non richiedono la cottura del sugo/salsa. Si preparano in anticipo e si conservano in frigorifero anche una settimana. IDEALI per Economicità, Velocità di servizio, Gusto. A base di verdure, semi oleosi, olive, erbe aromatiche …
Preparazioni classiche Un buon ragù di carne è un classico per ogni tipo di pasta, anche quella ripiena. Se ben preparato è tra i più ricchi e apprezati condimenti. Lo si può proporre con carni miste o solo carni bianche.
Preparazioni vegetariane Utilizzando verdure di stagione, da saltare in un leggero soffritto e mantecare con ricotta, panna- anche vegetale- e insaporire con Parmigiano o altro formaggio a pasta dura.
In versione più leggera anche con verdure fatte cuocere al vapore e insaporite con erbe aromatiche e olio a crudo
Preparazioni di carattere Gusto marcato per alcune salse di carattere: il Gorgonzola, da abbinare alle noci/mandorle o pistacchi; oppure con una radicchio leggermente caramellato
Il Taleggio da abbinare alla mela e cipolla rossa
Preparazioni salutistiche Un pieno di proteine abbinando quelle “medie” dei legumi a quelle “a basso valore biologico” dei cereali, per un piatto completo e salutistico. Crema di ceci, lenticchie o cannellini e croccante di bacon, zeste di agrumi e menta.
Preparazioni con il pesce Avere pesce fresco è indispensabile per un buon sugo per pasta. Non si conserva bene come quello di carne, e va preparato all’ultimo. Si può però optare per alcuni condimenti a base di tonno e Bottarga, da unire a una besciamella leggera o una crema al mascarpone

Vorrei organizzare una serie di incontri/ discussione / preparazione di alcune di queste proposte culinarie, abbinate a pasta di semola, pasta integrale, pasta all’uovo e pasta ripiena, coinvolgendo chi partecipa nella realizzazione dei piatti, divertendosi ad acquistare manualità e sicurezza, mettendo a disposizione tutto l’occorrente per le singole preparazioni.  

Chi fosse interessato può contattarmi con una e-mail a:  info@cuocainbrianza.com o tramite la pagina facebook – cuocainbrianza. Vi aspetto numerosi.

BUFFET PER PASQUA

Siamo prossimi alla Pasqua. Occasione conviviale di primavera, in cui ritrovarsi con familiari e amici, magari in modo più informale rispetto alle “adunanze parentali” che caratterizzano i festeggiamenti di Natale e Capodanno.  Trovo molto gradevole e creativo l’organizzare il pranzo di Pasqua come un bel buffet, coinvolgendo i convenuti, nella massima libertà di scelta su cosa preparare e portare, lasciando a ciascuno lo sfizio di far assaporare agli altri commensali i propri manicaretti. Il consiglio è di realizzare piccole porzioni, facili da trasportare e che non richiedano ulteriori “manipolazioni” prima del servizio. Ne risulterà una tavolozza di sapori e colori che, con l’inizio della Primavera -trionfo di natura, profumi e vita-, contribuirà a rendere la festa della Pasqua una festa di rinascita per lo spirito e per il piacere di trovarsi a gustare insieme la gastronomia casalinga.

Alcune idee.

Festa di San Patrizio – Sapori d’Irlanda

Per la Festa di San Patrizio, in cui  allegria e costumi spiritosi coinvolgono , nelle  sfilate e  cortei,  anche le cittadine più “amene”, sulle tavole trionfano il VERDE, BIANCO E NERO. Allestire un buffet a tema si è rivelato davvero divertente. Tra le ricette, una Calcannon Pie, con patate, cavolo nero, porro, prezzemolo, panna, la Bacon&Beans, una sfogliata rustica leggermente affumicata, una rivisitazione del Currant Squares, crostata tipica irlandese, una Torta Brownies  alla Guinness, … il tutto annaffiato da Irish beer.

 

MARCHE, gli ori del territorio

Marche, terra di sole, di mare, di borghi e cittadine, di buon cibo, cultura, arte, spettacoli naturali. Una regione che affascina e si lascia scoprire, trattenendone il ricordo in innumerevoli scatti.

Una settimana intensa, vagando per un territorio dorato, in cui i girasoli coronano ogni scorcio. Un territorio vivo, mosso, animato da piccoli borghi o bei paesotti che ti accolgono in contesti autentici, per lo più inalterati nelle loro dimensioni originarie, racchiusi in spesse mura che, come balconi sul mondo, concedono viste a perdita d’occhio nelle campagne, dai monti fino al mare. Un ottimo luogo di residenza a San Severino, nel La Villa in cui abbiamo goduto di un ottimo e rilassante soggiorno, che iniziava la mattina con una abbondante colazione servita al fresco delle grandi volte della ex stalla; un indispensabile pieno di energia per poi partire alla scoperta dei luoghi disseminati nell’intorno.

La città di Ancona, con il Passetto brulicante di pescatori nelle variopinte grotte, la grandiosa Cattedrale di San Ciriaco dominante il Porto, o la Chiesa di Santa Maria della Piazza costruita sui resti di una Domus romana. L’incantevole città di  Macerata, guidati da un anziano signore che ci ha condotti alla splendida Biblioteca Comunale, custode di antichissimi volumi e  arredi settecenteschi; la visita a Palazzo Bonaccorsi, con il museo delle Carrozze in cui sperimentare la suggestione di un autentico viaggio in carrozza, e, ai piani superiori, poter ammirare raccolte di quadri e dipinti d’Arte Antica e Moderna, e la grandiosa Sale dell’Eneide riccamente affrescata. Una sosta d’obbligo a Tolentino, per ammirare uno dei capolavori dell’arte italiana Trecentesca: il ciclo di affreschi nel Cappellone di San Nicola, semplicemente superbo.

Tante le Chiese e i luoghi da scoprire, come la Chiesa di Sant Esuperanzio a Cingoli, caratteristico paese dominante le campagne circostanti, in cui abbiamo gustato assaggi della cucina marchigiana e ci siamo lasciati raccontare uno spaccato di storia locale da un anziano signore di 89 anni, che ci ha guidati con una agilità invidiabile alla scoperta del locale Museo Archeologico. Piacevole passeggiare la sera nelle vie illuminate di Treja, uno dei pochi luoghi in cui si può ancora vedere giocare la Disfida del Bracciale, o per l’animata città universitaria di Camerino, che conserva nei Musei Civici e nella Pinacoteca un patrimonio di arte e cultura. Altrettanto interessante e suggestivo è visitare il Castello Pallotta, che custodisce inalterati gli ambienti in cui il Cardinale Evangelista Pallotta trasformò in residenza estiva questo sontuoso Castello, o poter percorrere i sentieri del Parco Archeologico di Urbs Salvia, scoprendo i resti di una antica città romana, con Anfiteatro, Tempio e Criptoportico, fino a giungere alla Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, edificata dai cistercensi nel XII secolo.

Ma lo splendore non risiede solo nelle pregevoli architetture storiche: uno straordinario e unico spettacolo naturale è visibile nelle Grotte di Frasassi, con stalattiti di grandi dimensioni e suggestivi labirinti di luci e cristalli, o con la visita di Osimo sotterranea, a godersi un po’ di fresco, per poi tuffarsi nelle cristalline acque della Riviera del Conero, fermandosi per una cena in riva al mare a Portonovo.

Sole, natura, arte e gente cordiale, che sa accoglierti e farti apprezzare una regione ancora  troppo poco apprezzata per le tante bellezze che consente di ammirare.

 

EXPO ARTE VAREDO

Expo Arte Italiana, inaugurata lo scorso 19 giugno nella cornice d’antan di Villa Bagatti Valsecchi a Varedo. Serata di emozioni e mondanità, con spettacolo pirotecnico finale. Resterà aperta fino al 31 ottobre.

Serata di emozioni: una passeggiata al calare del sole, nel parco cittadino, le nuvole a striare il cielo, il vento a diffondere quel profumo intenso di terra, erba medica- mentosa, il culmine dei cipressi curvato dal vento. Alle nostre spalle le musica si allontana, la festa continua. Un pomeriggio che non ti aspetti, quasi dietro la casa abitata per tanti anni ignara della presenza di questo bel parco e Villa. Scopro poi che è solo da pochi anni che la Villa Bagatti Valsecchi di Varedo ha riaperto al pubblico, lasciata per anni chiusa e senza una gestione intraprendente che ne vedesse le potenzialità attrattive. E a giudicare dal numero di persone ieri accorse,  la sua potenzialità è davvero alta, complice l’evento di richiamo, a marchio EXPO, e i nomi dati per presenti. Il più elegante, il signore dell’arte culinaria italiana, Gualtiero Marchesi,  persona di garbo ed eleganza, seduto fin dal tardo pomeriggio su una panchina sul retro della Villa, nel parco in  attesa dell’inizio dell’evento. Il rispetto per il lavoro di chi si è molto impegnato, anche a titolo gratuito come i VVV (Volontari  Versiera Varedo), il rispetto per un invito importante, come molti altri nella carriera di uno chef di fama, .. la pazienza e il garbo di saper capire la difficoltà della gestione di  un evento che vede la presenza di politica, cultura, arte. Saggezza e un’età di riguardo aiutano, ma certa sensibilità è innata!

Ha ottanta anni anche il signore che, con la sua nipotina di cinque, si siede sulla mia stessa panchina, ad assaggiare le piccole delizie proposte dal catering. Un volto sereno, inevitabilmente segnato dal tempo. Gli domando se fosse del posto, e se questo giardino così ben tenuto fosse sempre stato aperto al pubblico. Mi risponde garbatamente, dicendomi che da qualche anno lo stanno riportando al bel parco che fu quando lui era giovane e, durante l’estate quando i signori baroni soggiornavano altrove, lui come tanti bambini del Paese, accompagnati dalle suore, trascorrevano il pomeriggio nel parco, nuotando nell’ampia vasca della fontana (oggi non più funzionante) e consumando, offerto dal signor barone, il pranzo all’aperto, in quella da lui ricordata -come veniva definita dalle suore di allora- “una vacanza elio-terapica”. Prosegue nello spiluccare qualche tartina sorseggiando, con la nipotina, una bevanda fresca.

Poi capisco che ha desiderio di potermi raccontare ancora qualcosa di quel suo passato che, questa serata all’aperto, forse gli fa tornare alla mente: io, compiaciuta, proseguo nell’ascolto. Mi spiega che molte statue erano presenti nel giardino, e che i contadini, nei mesi invernali, si occupavano della manutenzione del parco, realizzando con i ciottoli i vialetti di camminamento, che riportavano lo stemma del casato. Ma il suo vero desiderio non è quello di rievocare le vicissitudini del luogo, ma di coloro che quel luogo hanno abitato. Mi parla di un signor Barone, don Pasino Bagatti Valsecchi, i suoi quattro figli, di cui una ragazza divenuta cieca, e dei pomeriggi in cui scavalcava il muro di cinta che separa la sua più modesta casetta, tuttora da lui abitata, da questo bel parco, perché invitato dai figli del barone a giocare con loro. Mi racconta dello stalliere che, alla notizia del prossimo arrivo della famiglia in Paese, preparava la carrozza con quattro cavalli bianchi e si recava alla stazione per accogliere i Baroni giunti da Milano col treno. Ricorda la generosità di un uomo a rendere disponibile la sua ghiacciaia per i macellai del paese, e la puntualità con cui la baronessa, ogni domenica, faceva visita alla mamma di questo, oggi, anziano uomo, e, conoscendo il bisogno della donna, malata, di refrigerio, portasse lei il ghiaccio di cui necessitava. Si commuove, e ha commosso anche me, nel ricordo del funerale della sua mamma, scomparsa all’età di 42 anni, quando lui era ancora un bambino. La baronessa, dopo il rito in chiesa, si recò nella loro casa, e si rese disponibile ad invitarli nella sua casa …  

“pensi, noi che non eravamo nessuno a confronto”


… Sentirsi “un nessuno” è davvero una ingiusta attribuzione per un uomo di così tanta sensibilità da riuscire a farmi vivere un momento di grande intensità in una serata mondana, le cui prerogative erano tutt’altro. Non ho chiesto il nome a questo nonno, ma sicuramente lo ricorderò come uno di quegli umani incontri casuali che, più di altri agognati, lasciano un segno profondo nella quotidiana routine; lo ringrazio per aver contribuito a trasformare una piacevole serata di inizio estate, resa possibile grazie alla professionalità e alla generosità di un bravo imprenditore canturino, in una giornata da ricordare, certa più che mai che vi siano davvero tante persone capaci di apprezzare la vita e viverla nella serenità cogliendo il piacere di ogni piccolo o grande avvenimento.

 

BASILICA DI GALLIANO, Cantù

Per chi capitasse nella Brianza comasca, più precisamente nel canturino, suggerisco una sosta alla Basilica di San Vincenzo, nota anche come Basilica di Galliano.

Ha festeggiato da qualche anno il suo primo millennio, ma gli attenti restauri e la cura con cui viene conservata non lasciano evidenza di questa sua veneranda età.

Sorge su un lieve promontorio, circondata da un prato scosceso e cintato. Accanto un altro piccolo gioiello architettonico: il Battistero, dalle forme sinuose, con il “Chrismon”, una pietra con particolari simboli cristiani incisi, presente sull’altare.

Come in molti luoghi di culto, semplici nella loro elevatissima sacralità, anche a Galliano, varcato l’ingresso, si percepisce il silenzioso -poiché stupefacente- piacere dell’osservazione. La pietra di colonne e capitelli, il legno del soffitto a capriate, gli affreschi dai colori tenui, su gran parte delle pareti e nella maestosa calotta absidale … tutto concorre a destare stupore e ammirazione per questo complesso, austera testimonianza di architettura lombarda.