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CHE OCHE!!!

Grazie a questi biscotti sono venuta a conoscenza di una storia vera, di sensibilità umana e di intraprendenza. “Becco di Rame” è il nome dato a un oca allevata in Toscana cui è stata creata una protesi in rame “in vece” del proprio becco, distrutto durante una colluttazione con una volpe che minacciava piccoli di oca e papera. Un abile veterinario le ha ricostruito il becco in rame, in modo che l’animale potesse continuare a cibarsi autonomamente. Un bel lavoro teatrale con simpaticissimi e colorati pupazzi ha portato in scena questa storia, a cura de  il  Teatro del Buratto di Milano. Per i bimbi che assisteranno a questo spettacolo ho realizzato questi simpatici biscotti.

Ingredienti: GR.380 FARINA 00, GR.100 ZUCCHERO, GR.250 BURRO, 2 UOVA, UN PIZZICO DI SALE, VANIGLIA E SCORZA DI LIMONE PER AROMATIZZARE.

Impastare gli ingredienti a mano o, più comodamente, con una planetaria. Quando l’impasto risulta morbido e compatto, avvolgerlo in un foglio di pellicola e conservarlo per un paio d’ore in frigorifero. Lavorare poi la pasta brevemente per farle riacquistare elasticità, poi stenderla ad uno spessore di circa 4 millimetri e, con un coppapasta -quello da me utilizzato è stato appositamente modellato da mio marito- ritagliare le forme di oca. Re-impastare i ritagli e proseguire a creare i biscotti. Accendere il forno a 165°C. Distribuire le oche su un foglio di carta da forno, spennellare becco e zampette con una miscela composta da 1 tuorlo, poca panna e una generosa spolverata di curcuma, inserire una sferetta di zucchero a simulare l’occhio. Infornare per 15 minuti circa, o fino a che inizino appena a dorare. Conservare i biscotti lasciati ben raffreddare in scatole di latta.

SOCIAL EATING … A CENA DA ME

Avere per casa parenti e amici è un vero piacere ma, senz’altro un impegno: marito e figli con orari e interessi diversi creano un continuo “andirivieni”, e ciò si percepisce nel ” sano ambiente vissuto” che fa della casa un luogo vivo e caloroso, costellato di ricordi. Chi ci viene a trovare può “calarsi” in un clima domestico vero, sfogliare riviste e libri presenti un po’ ovunque, trovandosi a contatto con un ambiente rurale, fatto di travi a vista nei soffitti, pareti in sasso e mattoni, camini e stufe a riscaldare le stanze nei mesi più freddi. E quando la stagione lo consente, ritrovarsi ad ascoltare il rumore della città in lontananza, al riparo da sguardi indiscreti, immersi nel verde della vegetazione. Dico sempre ai miei figli che siamo dei privilegiati: la mia città, Milano, è raggiungibile in poco più di mezz’ora e il suo attuale skyline è ben visibile nelle giornate limpide. Ma  la pacatezza dei rumori, il godersi un cielo stellato nelle notti serene, lo sdraiarsi al sole nella quiete del dopo pranzo .. per me sono piccoli piaceri di cui solo qui possiamo godere.

Il racconto di questo clima piacevole e conviviale che si respira in casa nostra è condivisibile con chi volesse assaporare  la cucina italiana, con piatti della tradizione locale e non, in pranzi e cene  qui insieme a noi.  Non si tratta  di un ristorante -e non vuole esserlo-; organizzo, quando tempo ed ispirazione sono dalla mia parte, appuntamenti di social eating con chi fosse interessato ed incuriosito dal condividere la stessa tavola, chiacchierando di cucina, viaggi, sapori .. gustando insieme cibo genuino preparato in casa per l’occasione.

Un modo diverso di interpretare l’uscire a cena, invitati ad assaporare il gusto del cibo fatto in casa, in compagnia dei padroni di casa o di altri amici. Per conoscere menù ed eventi in programma, contattatemi via e-mail o attraverso la pagina facebook. Vi aspetto

PICI SENESI con ragù di carne

I Pici sono un tipico formato di  pasta di semola, in uso in Toscana e nella Tuscia, molto simili a spaghettoni. Nella vacanze trascorse in quelle zone non mancavano mai nei nostri piatti, così tenaci e saporiti, spesso conditi con sughi e ragù altrettanto robusti. Un primo piatto della Cucina Regionale da assaggiare assolutamente.

Ragù di carne: GR. 300 CAPOCOLLO DI MAIALE, GR. 300 MANZO, GR. 200 PANCETTA TESA, GR. 100 BURRO, 2 CIPOLLE DORATE, 4 CAROTE BIO, 3 GAMBI DI SEDANO, 1 SPICCHIO AGLIO, ML. 200 VINO ROSSO CORPOSO, GR. 50 CONCENTRATO DI POMODORO, SALVIA, ROSMARINO, ALLORO, CHIODI DI GAROFANO, LT. 1 LATTE INTERO.

GR. 500 PICI SENESI FATTI A MANO

Per preparare il ragù occorre pulire accuratamente le verdure, poi farne un trito a coltello, non con il mixer poiché tenderebbero  a separarsi la polpa dall’acqua. Porre sulla fiamma una casseruola con il burro, unire il trito vi verdure e lasciare andare a fuoco forte per far rosolare. Tritare, sempre a coltello, la pancetta e la unirla al resto, insaporendo con l’aglio intero schiacciato, che poi potrà essere levato.

 

Le carni vanno anch’esse tritate, utilizzando il coltello o il tritacarne, mai il robot a lame. Unire queste ultime alle verdure, salare, pepare, aggiungere il concentrato di pomodoro, lasciare insaporire, poi versare il vino e, a fiamma viva, lasciare evaporare l’alcool. Da ultimo unire un mazzetto legato di salvia, rosmarino e alloro, e un paio di chiodi di garofano. Versare anche il latte, fare riprendere il bollore, poi abbassare la fiamma  e lasciare cuocere senza coperchio per 1 ½ o 2 ore. Se occorre aggiungere acqua calda o brodo caldo.

I Pici sono un formato di pasta che necessita una cottura piuttosto lunga, 22-25 minuti. Trascorso il tempo scolarli e condirli con il ragù di carni, una grattatina di pepe e un filo d’olio.

 

 

MARCHE, gli ori del territorio

Marche, terra di sole, di mare, di borghi e cittadine, di buon cibo, cultura, arte, spettacoli naturali. Una regione che affascina e si lascia scoprire, trattenendone il ricordo in innumerevoli scatti.

Una settimana intensa, vagando per un territorio dorato, in cui i girasoli coronano ogni scorcio. Un territorio vivo, mosso, animato da piccoli borghi o bei paesotti che ti accolgono in contesti autentici, per lo più inalterati nelle loro dimensioni originarie, racchiusi in spesse mura che, come balconi sul mondo, concedono viste a perdita d’occhio nelle campagne, dai monti fino al mare. Un ottimo luogo di residenza a San Severino, nel La Villa in cui abbiamo goduto di un ottimo e rilassante soggiorno, che iniziava la mattina con una abbondante colazione servita al fresco delle grandi volte della ex stalla; un indispensabile pieno di energia per poi partire alla scoperta dei luoghi disseminati nell’intorno.

La città di Ancona, con il Passetto brulicante di pescatori nelle variopinte grotte, la grandiosa Cattedrale di San Ciriaco dominante il Porto, o la Chiesa di Santa Maria della Piazza costruita sui resti di una Domus romana. L’incantevole città di  Macerata, guidati da un anziano signore che ci ha condotti alla splendida Biblioteca Comunale, custode di antichissimi volumi e  arredi settecenteschi; la visita a Palazzo Bonaccorsi, con il museo delle Carrozze in cui sperimentare la suggestione di un autentico viaggio in carrozza, e, ai piani superiori, poter ammirare raccolte di quadri e dipinti d’Arte Antica e Moderna, e la grandiosa Sale dell’Eneide riccamente affrescata. Una sosta d’obbligo a Tolentino, per ammirare uno dei capolavori dell’arte italiana Trecentesca: il ciclo di affreschi nel Cappellone di San Nicola, semplicemente superbo.

Tante le Chiese e i luoghi da scoprire, come la Chiesa di Sant Esuperanzio a Cingoli, caratteristico paese dominante le campagne circostanti, in cui abbiamo gustato assaggi della cucina marchigiana e ci siamo lasciati raccontare uno spaccato di storia locale da un anziano signore di 89 anni, che ci ha guidati con una agilità invidiabile alla scoperta del locale Museo Archeologico. Piacevole passeggiare la sera nelle vie illuminate di Treja, uno dei pochi luoghi in cui si può ancora vedere giocare la Disfida del Bracciale, o per l’animata città universitaria di Camerino, che conserva nei Musei Civici e nella Pinacoteca un patrimonio di arte e cultura. Altrettanto interessante e suggestivo è visitare il Castello Pallotta, che custodisce inalterati gli ambienti in cui il Cardinale Evangelista Pallotta trasformò in residenza estiva questo sontuoso Castello, o poter percorrere i sentieri del Parco Archeologico di Urbs Salvia, scoprendo i resti di una antica città romana, con Anfiteatro, Tempio e Criptoportico, fino a giungere alla Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, edificata dai cistercensi nel XII secolo.

Ma lo splendore non risiede solo nelle pregevoli architetture storiche: uno straordinario e unico spettacolo naturale è visibile nelle Grotte di Frasassi, con stalattiti di grandi dimensioni e suggestivi labirinti di luci e cristalli, o con la visita di Osimo sotterranea, a godersi un po’ di fresco, per poi tuffarsi nelle cristalline acque della Riviera del Conero, fermandosi per una cena in riva al mare a Portonovo.

Sole, natura, arte e gente cordiale, che sa accoglierti e farti apprezzare una regione ancora  troppo poco apprezzata per le tante bellezze che consente di ammirare.

 

BULGUR E VERDURE SALTATE al profumo di menta

E’ da pochi anni che ho cominciato non solo ad apprezzare, ma anche a cucinare piatti di altre culture e tradizioni culinarie. complice il fatto della facile reperibilità, anche nei supermercati, di molti ingredienti.

Questo piatto prende ispirazione dalla cucina libanese, in cui il bulgur è largamente diffuso, e viene  condito con un trito aromatico di prezzemolo e menta. Ho ridotto le dosi di menta perchè abitualmente è un’erba che proprio non riesco a gustare, ma devo ammettere che in questo piatto non piò mancare quel suo sentore di freschezza.

GR. 250 BULGUR, 1 PEPERONE GIALLO, 2 ZUCCHINE. 1 MELANZANA, GR. 200 FAGIOLI CANNELLINI GIA’ LESSATI (E’ UNA MIA ALTERNATIVA AI PIU’ UTILIZZATI CECI ), 6 POMODORI CILIEGINO, SALE, PEPE, OLIO LIMONATO (IN ALTERNATIVA OLIO EXTRAVERGINE E SUCCO DI LIMONE), UN MAZZETTO DI PREZZEMOLO, QUALCHE FOGLIA DI MENTA

Preparare le verdure lavandole e tagliandole a cubetti piuttosto regolari. In una larga padella antiaderente far scaldare 2 cucchiai di olio e iniziare a cuocere le verdure, preferibilmente separatamente, perché ognuna deve risultare croccante. Ripetere con le altre verdure e lasciare poi intiepidire. Lessare il bulgur in acqua bollente salata per circa 15 minuti, scolarlo e condirlo con un filo d’olio, mescolando e lasciandolo raffreddare.

Tritare piuttosto finemente le foglie di prezzemolo e quelle di menta, volendo aggiungete anche  1/2 spicchio d’aglio. Tagliare a spicchi i pomodori.

Condire il bulgur con le verdure, i cannellini lessati, il trito aromatico, i pomodori e condire con abbondante olio limonato, sale e pepe. Lasciare in frigorifero un paio d’ora almeno ad insaporire. Servire a temperatura ambiente, non troppo freddo.